Un confronto impossibile? Charatan e Dunhill

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    psicoPIPAnalista

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    Cosa accumuna questi due marchi, oltre al fatto che il sottoscritto li adora entrambi? Cosa li distingue?

    Da un punto di vista storico è accertato che Charatan fosse un marchio già accreditato e conosciuto, in Inghilterra e tra i pochi che con l'Inghilterra avevano contatti e relazioni, già prima che Alfred Dunhill iniziasse la sua attività di confezionamento e vendita di accessori per il gentlemen e le sue passioni sportive: non a caso egli propose pipe Charatan alla sua facoltosa clientela, ben conscio che esse rappresentavano l'eccellenza pipesca. Allorché comprese la necessità di produrre pipe con il proprio nome, fece in modo di assicurarsi il lavoro di Sasieni, che in precedenza lavorava proprio per Charatan e sapeva come produrre pipe di alta qualità.
    Charatan, almeno fino all'acquisizione di Lane, non era particolarmente attiva nel campo della pubblicità e del marketing, affidato per lo più al passaparola: la presenza del marchio, oltre i confini inglesi, era praticamente irrisoria. Dunhill fece del marketing un'arte: l'invenzione del white spot ne è un esempio, ma va ricordato anche il fatto di regalare pipe agli ufficiali dell'esercito e l'episodio in cui si offriva una ricompensa per recuperare le pipe smarrite da un esponente della casa reale e riconoscibili per la presenza del puntino bianco.
    È solo con l’avvento di Lane come proprietario di Charatan che l’attenzione al marketing aumenta, soprattutto con l’attenzione alla radica, spesso di notevole bellezza estetica anche nelle gradazioni più basse, e con la proposizione di un numero maggiore di gradazioni qualitative; va ricordata la creazioni di cataloghi e la creazione di una sorta di shape chart.

    A proposito di grading è necessario considerare che le cosidette serie economiche di Charatan non sono affatto serie economiche: le Belvedere sono pipe di pari grado alle Bruyere di Dunhill e le Special di pari grado alle Root briar: le serie più alte di Charatan sono pari, proporzionalmente, alle Special grain e alle DR di Dunhill.

    Da un punto di vista produttivo occorre fare un distinguo, una volte per tutte: pipe fatte a mano non sono certo quelle di regolare produzione, per entrambi i marchi, ma solo le freehand o HT -hand turned- che dir si voglia… Abbiano tutti visto il filmato girato nella factory Charatan di Prescott street negi anni '40 in cui si vede una catena umana che lavora il ciocco fino ad arrivare all'inscatolamento della pipa: è il processo industriale con cui vengono fatte le pipe di qualità. L'artigiano solo che con le raspe fa la pipa unica è un'altra cosa: può darsi che Barry Jones e i Marshall alcune pipe freehand le abbiano fatte da soli e non "in catena", ma non facevano certo le Belvedere… E penso che in molti casi abbiano usato il tornio e non le sole raspe.
    In casa Dunhill le cose sono del tutto analoghe: non faccio commenti circa le voci che le teste siano "smacchinate" altrove perché non c'è alcuna fonte che certifichi questa leggenda metropolitana (o forse sarebbe meglio definirla calunnia…). Le teste completamente fatte a macchina sono perfette: bene, in qualsiasi Dunhill che ho esaminato questa totale perfezione non si vede: è chiaro che sono teste fatte al tornio, sebbene con la cura che contraddistingue una produzione connnotata dalla volontà di rimanere fedeli allo shape individuato come prototipico. Le Charatan, sia pur all'interno dello stesso shape, ammettono maggiori variazioni, anche all'interno dello stesso periodo storico; sembra quasi, in alcuni casi, che il gusto dell'imperfezione sia accentuato, in particolare nelle freehand, dove a volte alcune imperfezioni sono talmente evidenti da sembrare del tutto volute.
    La sabbiatura è pratica che fin da subito ha caratterizzato la produzione Dunhill, mentre in casa Charatan appare in risposta a Dunhill e con la caratteristica assai peculiare di pipe in cui il fornello é sabbiato mente il cannello è palesemente rusticato: questa caratteristica, evidente in molte Relief, non ha mai trovato una chiara spiegazione. Da quel che mi risulta la cosa si manifesta in pipe di era Reuben e forse nella prima era Lane.
    La radica scelta è ottima per entrambi i marchi, con la simile caratteristica di privilegiare la leggerezza sopra ogni atra caratteristica estetica per lo meno fino all'era Lane per Charatan e fino agli anni '90 per Dunhill, dove anche nei gradi più bassi appare evidente il tentativo di produrre pipe con radiche esteticamente più belle rispetto al passato, come del resto il mercato chiedeva.
    Il fornitore di radica per entrambe le case, per molti anni, è stato il medesimo: il tedesco Otto Braun, che appare essere stato anche il fornitore dei due marchi che rappresentano una sorta di "figliatura" di Charatan: le Millville dei Marshall e le Upshall di Barry Jones e Ken Barnes.
    Sulla stagionatura della radica è plausibile affermare che comprassero radica già stagionata dal fornitore: sicuramente poi lavorata da Dunhill con il processo di Oil curing, immersione nell'olio, e, forse, con getti di vapore da Charatan: il filmato della produzione delle Charatan nella fabbrica di Prescott street mostra tuttavia che i ciocchi arrivano dall'esterno della fabbrica, il che fa supporre che la lavorazione venisse affidata all'esterno. Trattandosi poi di aziende che hanno lavorato per decine di anni è ovvio pensare che nel corso del tempo vi siano state variazioni all'interno del processo di produzione.

    Premessoo che la resa in fumata è in entrambi i casi eccellente è tuttavia lecito chiedersi se vi siano differenze. Posto che le mie Charatan e le mie Dunhill fumano sì tutte bene, ma alcune decisamente meglio, dimostrando chiaramente che c'è differenza tra una pipa e l'altra, devo dire che tendenzialmente le Charatan sono più morbide, smussano un poco gli angoli del tabacco, seppur permettendo una distinzione molto buona delle componenti dello stesso, delle più sottili sfumature, mentre nelle Dunhill appaiono i contrasti maggiormente evidenziati e mi pare vi sia sempre un aumento del corpo del tabacco: sono fumate complementari, che rendono interessante mettere alla prova i tabacchi in entrambe. Personalmente, apprezzo molto il comportamento delle Dunhill con i virginia e con i va/pe, mentre apprezzo maggiormente la resa del latakia nelle Charatan: è tuttavia una preferenza minima, perché in entrambe fumo di tutto con grande piacere!
    Rispetto alla resistenza e alla capacità di dare il meglio di sé in ogni occasione climatica mi pare che le Dunhill si piazzino un pelo sopra, ma forse dico questo perché non ho mai fumato nessuna Charatan per tre settimane di fila più volte al giorno, ma solo per una e nessuna ha mai fatto una piega...

    E oggi? Ho difficoltà ad acquistare le “nuove” Dunhill: non posso dirne nulla in quanto a resa in fumata, ma spesso hanno imperfezioni fastidiose e, soprattutto, hanno una marchiatura che mi indispone: sulle “Dunhill” vorrei ci fosse scritto Dunhill e non The white / Alfred Dunhill’s / spot. Pare che il cambiamento del nome sia stato reso necessario per rendere indipendente la produzione delle pipe dal resto della produzione Dunhill di oggetti di lusso per il gentleman: evidentemente il marketing non giudica opportuno produrre oggetti per fumare in un periodo storico nel quale il fumare è sempre più considerato un comportamento deprecabile se non addirittura criminale...
    Charatan non esiste più dal momento in cui Dunhill l’ha ceduta a Russell e la produzione si è trasferita in Francia: nella prima era Dunhill, invece, ad eccezione per il cambio di proprietà e per la dipartita del direttore e di Barry Jones e dei Marshall la produzione non è cambiata: la radica aveva la stessa provenienza, i macchinari erano quelli e le freehand continuavano a essere prodotte. Nella seconda era Dunhill con lo spostamento di fabbrica le cose possono essere cambiate, ma di pipe uscite in quel periodo dalla fabbrica Parker/Hardcastle ce ne sono state pochissime: di Charatan senza London, England nel marchio ne ho vista solo una, una Supreme bent enorme con una radica a capelli d’angelo che ho fatto l'errore di non acquistare, nonostante fosse realmente stupenda... Oggi molto delle Charatan di un tempo lo possiamo trovare nelle Upshall di Barry Jones, nelle Millville di Marshall figlio e nelle Charatan di Colin Fromm, che oltre ad occuparsi delle Dunhill Collector, è responsabile della produzione delle odierne Charatan.

    Edited by Hologon - 1/4/2019, 12:05
     
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  2. -seasick-
     
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    Grazie Andrea per avere ripreso con un nuovo meraviglioso intervento un mio antico sondaggio, che non riproporrò qui. Una lettura veramente illuminante, che condivido appieno.
     
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    Interessantissimo. Grazie
     
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    Andrea, che dire...
    ...voglio una charatan ed una dunhill!!!! :shifty:

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    Una disamina davvero notevole, che abbraccia tutto ció che é possibile considerare in merito...
    Francamente, io non credo sia proponibile un vero e proprio confronto tra i due marchi tout court...
    Sotto molti punti di vita, infatti, le Dunhill e le Charatan sono complementari...
    Nondimeno, le Charatan sono sostanzialmente estinte...
     
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  6. -seasick-
     
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    CITAZIONE (l4z4rus @ 5/10/2015, 22:44) 
    Nondimeno, le Charatan sono sostanzialmente estinte...

    Ma hanno figliato, in un prodotto di nicchia, certo, ma di qualità: le Millville, grazie ai Marshall. Certo è che una pipa estinta è per me frutto di ulteriore fascino. Anche se non posso decidere (e questa è una posizione maturata) a quale dei due marchi dare la mia risposta. Una cosa è sicura: preferisco le Dunhill d'annata a quelle odierne.
     
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    Deprecabile Maestro

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    Io non sapre dire... Di quelle odierne, con il nuovo marchio per capirci, non ne ho ..
     
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  8. tano pepper
     
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    Domanda: ma le Charatan nuove, quelle sul sito di al pascià per dire, www.alpascia.com/pipes/d/Charatan-168-i34583.html
    vale la pena di prenderle?
    Credo siano fatte in Francia, il prezzo è concorrenziale, per quella cifra si potrebbe provare. Pensate che siano inferiori a una pipa artigianale italiana di pari prezzo?
     
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    Quelle fatte in Francia nell'era Russell si distinguono per avere nomi di quartieri londinesi e per la presenza della scritta Made in France.
    Le attuali sono ancora inglesi, dato che il marchio è nuovamente di proprietà Dunhill e sono realizzate da Colin Fromm.

    Edited by Hologon - 1/4/2019, 12:07
     
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    Deprecabile Minatore con Pergamena e Fronde di Spuntature

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    Andrea, scusa il ritardo (leggo solo ora.), ma un grazie di cuore per le considerazioni che hai stilato in modo così chiaro e coinvolgente :smile:
     
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    Giuseppe Barbaro

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    Hologon, è sempre un piacere leggerti. Per la cronaca ho da pochissimo comprato un Charatan del 1963 nuova(!) ed una Dunhill rodata per gentile concessione di un illustre accademico. Arrivate lo stesso giorno,fumate lo stesso giorno, dormo con tutte e due!
     
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  12. El Pedro
     
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    Giuseppe, direi il sogno di ogni fumatore....
    .... :w00t: :sbav: :smiley_to_sleep028:

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    Giuseppe Barbaro

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    Il sogno di ogni fumatore sono le pipe di U :laugh: :wub: go!!!
     
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    Per evitare di aprire inutilmente post altrove, posso esporre qui una mia curiosità sulla datazione di una Charatan?
    Siccome tra poco sarà il mio compleanno, potrò scegliere un regalo, e sto proprio pensando ad un bel pezzo di pipa! :smoking_10:
    Ho adocchiato una Charatan ed ho questo dettaglio, potete aiutarmi a capire se è una delle annate "buone" o no?
    Ho letto qualcosa a riguardo, ma non vorrei....sbagliare.

    Sotto al 60 mi dicono c'è una X



    Schermata_2016_12_15_alle_13

    Edited by NCH - 15/12/2016, 13:54
     
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    Già, meglio di così il tipo non è riuscito a fare.
    La propone a circa 200 spedita, ho chiesto informazioni sia per curiosità che per interesse, anche se preferirei orientarmi su pezzi nuovi.

    https://s29.postimg.cc/gms2bs8h3/IMG_7220.jpg
     
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22 replies since 5/10/2015, 00:43   3406 views
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