Arrivederci, o forse addio

parliamo degli Italico per come sono oggi.

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    CITAZIONE (Maurizio Capuano @ 28/7/2020, 20:35) 
    Il Buttero, così come il Tradizionale, sono al livello del Garibaldi di qualche anno fa... Ai tempi certamente non era granché, né lo è mai stato, ma almeno aveva una sua dignità. Però, per capirci, io non lo fumavo manco a sedici anni: preferivo tenermi da parte le 2.750 lire necessarie per un Antica Riserva sfuso e, piuttosto del Garibaldi, fumare le sigarette.

    Del Maturo se credi parliamo nel topic dedicato che qui (nel topic del Nuttrro) si sta facendo troppa confusione.

    Ok
    Scusa boss :givup:
     
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    CITAZIONE (Maurizio Capuano @ 28/7/2020, 20:35) 
    Il Buttero, così come il Tradizionale, sono al livello del Garibaldi di qualche anno fa... Ai tempi certamente non era granché, né lo è mai stato, ma almeno aveva una sua dignità. Però, per capirci, io non lo fumavo manco a sedici anni: preferivo tenermi da parte le 2.750 lire necessarie per un Antica Riserva sfuso e, piuttosto del Garibaldi, fumare le sigarette.

    Del Maturo se credi parliamo nel topic dedicato che qui (nel topic del Nuttrro) si sta facendo troppa confusione.

    Il buttero 3-4 anni fa lo fumavo quando proprio toccava far fumate di sfuggita.

    Non mi ha mai convinto del tutto ma lo trovavo adeguato come qualità, si percepiva che era un sigarello onesto.

    Costava poco e aveva quella dimensione che a buttarne via mezzo ti sembrava sempre di aver fumato.

    Adesso non lo prendo quasi più, a meno che non capiti di trovarmi in mezzo al deserto e dover scegliere tra quello e qualche porcheria tipo toscanello o aromatizzati di varia natura.

    Il tradizionale lo trovo un buttero lungo o poco più, ha veramente poco senso per il mio modo di fumare di adesso, ma qui vorrei esprimere talune considerazioni anche sul modo di dare giudizi su quel che fumiamo e sul fatto che spesso, non sono i prodotti a scadere ma il nostro gusto a cambiare.

    Ora come ora se fumo qualcosa che come gusto e forza è meno di un AI classico ammezzato mi sembra di non fumare.

    Fumo spesso gli originale, i CTS long e i Superiore.

    Morale della favola, ogni tanto mi domando, se non sia l'aver fatto la bocca a sigari di un certo tipo che mi fa giudicare in maniera severa gli altri.

    Tre esempi:

    1) Antico Toscano , ok che dopo il primo decennio del nuovo secolo sembra che siano andati a remengo tutti i buoni presupposti dietro questi ed altri sigari MST, ma qualcuno negli anni vagamente somigliante a quelli che fumavo all'università l'ho trovato.

    Ieri sera, complice una discussione su FB dove commentando con leggerezza "è buona fumata" una foto di un Antico mi veniva risposto che era cartone pressato, ne ho riprovato uno.

    Esperienza da non ripetere.


    A metà sigaro avevo la lingua semi anestetizzata e non perché ho fumato di corsa.

    Aromi a crudo ancora decenti, ma da accesso un piattume misto a salato e intervallato da note acidule mi ha costretto a ripiegare su della genziana per lavarmi la bocca.

    L'ho buttato a metà e per altro non ne ho acceso un'altro perchè mi sentivo mezzo avvelenato da quelle sensazioni.

    Sono arrivato alla conclusione che quel sigaro avesse qualcosa che non andava ma non in generale, proprio lui, incompleta fermentazione o qualcosa di simile.


    2) ExtraVecchio

    Qui l'esperienza è stato meno traumatica: non ho riscontrato nemmeno qui le note degli EV dal 99 al 2010 ma se non altro li ho trovati fumabili.

    Dolciastri stile Maturo, un poco meno, forti il giusto, senza (giustamente) evoluzioni e con tutta una serie di note che non c'entrano una sega con il Kentucky ma che tutto sommato non erano disprezzabili.

    Una volta non vedevo l'ora di fumarne uno, anche di recente, magari 3-4 anni fa, adesso non vedo l'ora non rifumarlo per un lungo periodo.

    3) L'oggetto della discussione: il buttero

    Me ne hanno offerto uno mentre ero a pescare due settimane fa. Sprigionava un sentore dolciastro ed era scarico ad un livello tale che mi sono sorpreso a far tiri troppo lunghi e forti al punto di scaldarlo eccessivamente. L'ho buttato dopo poco poiché mi stava "rovinando la bocca", mi sono accesso un originale per far pace col fumo subito dopo.


    Ma il punto è, non è che abituando il palato e convincendoci a cercare talune sensazioni forse, e dico forse, diventiamo schiavi di gusti che se non sono forti, netti e definiti oltre che caratterizzati, ci sembra tutto merda?

    Mi faccio questa domanda perchè sono tanti i prodotti che prima fumavo con piacere, che al momento non riesco nemmeno a considerare come acquisto.
     
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    Augusto

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    Ma il punto è, non è che abituando il palato e convincendoci a cercare talune sensazioni forse, e dico forse, diventiamo schiavi di gusti che se non sono forti, netti e definiti oltre che caratterizzati, ci sembra tutto merda?
    Mi intrometto umilmente: ho iniziato a fumare da circa 3 anni ,ne ho 50, come tutti i neofiti ho fatto un percorso esplorativo , non avevo né convinzioni né un palato assuefatto a gusti forti o netti, mio padre fuma mst da 60 anni , li ho subito trovati in disaccordo con il mio palato , quello che non è capitato prima con il classico e poi con i prodotti cts.
     
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    Io non valuto in base a criteri personali o in base ai miei gusti soggettivi, bensì applicando un metodo di analisi oggettiva ben preciso e codificato.
    Puoi trovarlo spiegato per filo e per segno qui:

    https://lacompagniadeltabacco.forumfree.it/?t=74807262

    Ciò premesso, per essere valutato bene un toscano deve avere determinate caratteristiche, ma la forza non conta nulla nella valutazione.

    Peraltro in quel "dolciasti stile Maturo" leggo e proietto tutta l'amarezza del caso. Purtroppo è vero, ed è un male oltre che un gran peccato.
     
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    Il fatto Maurizio, per spiegarlo a chi comincia a fumare oggi , è che è pieno il mondo di sigari non cattivi come giudizio organolettico globale.

    Il problema nasce quando devi spiegare che non sono toscani nel rispetto di quelli che sono i paradigmi tipici di un toscano.

    È un po’ cambiando settore quello che succede con gli amarone: si sono sforzati tutti i produttori per fare vini non con i parametri classici di gusto dell’amarone ma con note accattivanti e soddisfacenti per il mainstream.

    Il risultato è che si tratta di buoni vini che con i capostipiti poco hanno a che spartire.

    L’appassionato pian piano si rivolge a prodotti di nicchia e più tradizionali nel gusto ma le cantine dei grandi numeri, tipo Masi per dirne una , vendono di più.
     
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    Beh diciamo che nel mio piccolo io faccio del mio meglio per mantenere la vivo il retaggio dei toscani tradizionali, e non solo io dai...
    Dopo l'estate uscirà anche un libro indipendente.
    Poi le cose andranno come devono andare...
     
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    CITAZIONE (Maurizio Capuano @ 30/7/2020, 20:35) 
    Beh diciamo che nel mio piccolo io faccio del mio meglio per mantenere la vivo il retaggio dei toscani tradizionali, e non solo io dai...
    Dopo l'estate uscirà anche un libro indipendente.
    Poi le cose andranno come devono andare...

    Appena esce lo prendo...
    Però ragazzi lo dico... Oh il buttero mentre guido mi da soddisfazione....
     
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    CITAZIONE (Massimo Zelli @ 30/7/2020, 19:33) 
    Il fatto Maurizio, per spiegarlo a chi comincia a fumare oggi , è che è pieno il mondo di sigari non cattivi come giudizio organolettico globale.

    Il problema nasce quando devi spiegare che non sono toscani nel rispetto di quelli che sono i paradigmi tipici di un toscano.

    È un po’ cambiando settore quello che succede con gli amarone: si sono sforzati tutti i produttori per fare vini non con i parametri classici di gusto dell’amarone ma con note accattivanti e soddisfacenti per il mainstream.

    Il risultato è che si tratta di buoni vini che con i capostipiti poco hanno a che spartire.

    L’appassionato pian piano si rivolge a prodotti di nicchia e più tradizionali nel gusto ma le cantine dei grandi numeri, tipo Masi per dirne una , vendono di più.

    Io penso che sia normale che un prodotto "evolva": niente rimane uguale per sempre, anche gli stessi prodotti per i quali si tirano in ballo tradizioni millenarie. Il mondo cambia, il clima cambia, il terreno cambia, le stagioni cambiano...pensare di avere oggi un prodotto (il cui ingrediente di base è una pianta coltivata) uguale a quello di 50-100 anni fa è pura utopia (anche solo per il fatto che non è possibile fare un paragone diretto).
    Non parlo di prodotto migliore/peggiore, ma semplicemente diverso.
     
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    CITAZIONE (il_maio @ 31/7/2020, 12:30) 
    CITAZIONE (Massimo Zelli @ 30/7/2020, 19:33) 
    Il fatto Maurizio, per spiegarlo a chi comincia a fumare oggi , è che è pieno il mondo di sigari non cattivi come giudizio organolettico globale.

    Il problema nasce quando devi spiegare che non sono toscani nel rispetto di quelli che sono i paradigmi tipici di un toscano.

    È un po’ cambiando settore quello che succede con gli amarone: si sono sforzati tutti i produttori per fare vini non con i parametri classici di gusto dell’amarone ma con note accattivanti e soddisfacenti per il mainstream.

    Il risultato è che si tratta di buoni vini che con i capostipiti poco hanno a che spartire.

    L’appassionato pian piano si rivolge a prodotti di nicchia e più tradizionali nel gusto ma le cantine dei grandi numeri, tipo Masi per dirne una , vendono di più.

    Io penso che sia normale che un prodotto "evolva": niente rimane uguale per sempre, anche gli stessi prodotti per i quali si tirano in ballo tradizioni millenarie. Il mondo cambia, il clima cambia, il terreno cambia, le stagioni cambiano...pensare di avere oggi un prodotto (il cui ingrediente di base è una pianta coltivata) uguale a quello di 50-100 anni fa è pura utopia (anche solo per il fatto che non è possibile fare un paragone diretto).
    Non parlo di prodotto migliore/peggiore, ma semplicemente diverso.

    Indubbiamente. Il fatto è che in alcuni casi, forse, i sigari sono stati snaturati artificialmente per andare incontro ai gusti del grande pubblico, a scapito della tradizione. Quindi un conto è il sigaro che cambia perché cambiano le caratteristiche dei fattori (terreno, clima, tabacco, legni impiegati per la cura, eccetera), un conto è il sigaro che cambia perché l'azienda vuole vendere di più e quindi offre un prodotto che viene apprezzato di più dal mercato.
    Comunque stiamo andando OT...
     
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    Diverso è diverso, peggiore è peggiore.
    Non facciamo del relativismo d'accatto, specialmente quando si parla di pochi anni trascorsi.
    Che gli Italico siano tutti mediamente inferiori oggi rispetto a un annetto e mezzo fa è evidente ed oggettivo a chiunque non fumi dall'altro ieri.
    Purtroppo, aggiungo.
    Per fortuna, aggiungo ancora, tutto può accadere e ciò che scende può risalire, ivi compresa la qualità di questo o quel sigaro.
    Basti vedere alcuni toscani di mst che sono oggi migliori rispetto a un anno fa, per quanto ancora non allo stesso livello di quelli storici.
    Ma sia chiaro che per "storici" intendo semplicemente quelli degli ultimi 15/20 anni. Non ci sono stati, in questo lasso di tempo, né glaciazioni né chissà cos'altro che possa giustificare alcuno snaturamento.
    Anzi, la qualità del tabacco Kentucky è persino migliorata.

    E sia chiaro che di questo sono perfettamente consapevoli tutti gli operatori coinvolti: nessuno di loro è deficiente, semplicemente fanno quel che possono con quello che hanno a disposizione in termini di risorse o strategie.
     
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    HARRY LA CAROGNA

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    CITAZIONE (Maurizio Capuano @ 31/7/2020, 13:22) 
    Diverso è diverso, peggiore è peggiore.
    Non facciamo del relativismo d'accatto, specialmente quando si parla di pochi anni trascorsi.
    Che gli Italico siano tutti mediamente inferiori oggi rispetto a un annetto e mezzo fa è evidente ed oggettivo a chiunque non fumi dall'altro ieri.
    Purtroppo, aggiungo.
    Per fortuna, aggiungo ancora, tutto può accadere e ciò che scende può risalire, ivi compresa la qualità di questo o quel sigaro.
    Basti vedere alcuni toscani di mst che sono oggi migliori rispetto a un anno fa, per quanto ancora non allo stesso livello di quelli storici.
    Ma sia chiaro che per "storici" intendo semplicemente quelli degli ultimi 15/20 anni. Non ci sono stati, in questo lasso di tempo, né glaciazioni né chissà cos'altro che possa giustificare alcuno snaturamento.
    Anzi, la qualità del tabacco Kentucky è persino migliorata.

    E sia chiaro che di questo sono perfettamente consapevoli tutti gli operatori coinvolti: nessuno di loro è deficiente, semplicemente fanno quel che possono con quello che hanno a disposizione in termini di risorse o strategie.

    Sono d'accordo.

    Abbiate pazienza gli altri, ma di manufacturing e produzione qualcosina ne capisco e né il sigaro né tantomeno il vino come prodotti sfuggono alla logica.

    In generale, se viene introdotto un cambio è per due sole ragioni:

    1) ci si adegua al mercato

    2) si adegua la produzione ad esigenze di "qualità - costo - produttività".

    Se il cambiamento viene introdotto perché ci si adegua al mercato, il risultato può piacere o non piacere ma in genere l'azienda lo fa per acquistare quote di mercato, magari a scapito di talune fette di consumatori.

    Quel che di solito non accade è che il prodotto peggiori, ma non è un evenienza totalmente da escludere.

    Se il cambiamento in un prodotto viene introdotto per motivi di "qualità - costo o produttività" generalmente non è un cambiamento voluto.

    E' una conseguenza di un'azione compiuta sulla materia prima o sul processo produttivo o su entrambe volte a soddisfare una, due o tutte e tre le esigenze. Tali cambiamenti in genere sono "effetti collaterali" e di difficile individuazione per il fabbricante (non per il consumatore, magari attento).

    Quello che è molto difficile per il fumatore, parlo del nostro oggetto, è secondo me, capire se siamo nel caso 1 o nel caso 2.

    Ps ieri per sfizio sono passato a comprare l'ammezzato classico di Mosi.

    Sarò pur un pochettino catramato, ma non l'ho trovato affatto peggiorato nemmeno nei confronti dei classici interi di cui ho scorte abbondanti a casa.

    Credo ne comprerò ancora.

    Edited by Massimo Zelli - 31/7/2020, 14:10
     
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    Considera anche le peculiarità del mercato del tabacco, sottoposto a logiche del tutto diverse da quelle degli altri segmenti merceologici e caratterizzato da una sproporzione di mezzi assoluta tra prodottori e critica.
    Per capirci, esistono organi di valutazione del vino, per fare un esempio, che sono certamente assai più influenti del singolo produttore.
    Nel mondo del tabacco questo è impossibile, specialmente in Italia, proprio a causa delle normative che vietano tutta una serie di pratiche comuni negli altro settori (ad es. la pubblicità, e tutte le dinamiche a esse collegate).
    Ecco che i produttori, specie se grandi, spesso non seguono il mercato ma lo fanno, anche snaturando i prodotti.
    Questo, giusto per spostare il focus, sta accadendo in modo palese nel segmento delle sigarette. Ma non solo, come sappiamo.

    Per capirci, un prodotto può essere eccellente, ma se un'azienda concorrente con un prodotto scadente è molto forte commercialmente nei confronti dei tabaccai (gli unici destinatari legali delle attività di promozione) la qualità passa in secondo piano. E la critica si attacca al cazzo (cit. Oxford).

    E questo comporta tutta una serie di conseguenze in termini di allocazione delle risorse...
     
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    CITAZIONE (Maurizio Capuano @ 31/7/2020, 14:04) 
    Considera anche le peculiarità del mercato del tabacco, sottoposto a logiche del tutto diverse da quelle degli altri segmenti merceologici e caratterizzato da una sproporzione di mezzi assoluta tra prodottori e critica.
    Per capirci, esistono organi di valutazione del vino, per fare un esempio, che sono certamente assai più influenti del singolo produttore.
    Nel mondo del tabacco questo è impossibile, specialmente in Italia, proprio a causa delle normative che vietano tutta una serie di pratiche comuni negli altro settori (ad es. la pubblicità, e tutte le dinamiche a esse collegate).
    Ecco che i produttori, specie se grandi, spesso non seguono il mercato ma lo fanno, anche snaturando i prodotti.
    Questo, giusto per spostare il focus, sta accadendo in modo palese nel segmento delle sigarette. Ma non solo, come sappiamo.

    Per capirci, un prodotto può essere eccellente, ma se un'azienda concorrente con un prodotto scadente è molto forte commercialmente nei confronti dei tabaccai (gli unici destinatari legali delle attività di promozione) la qualità passa in secondo piano. E la critica si attacca al cazzo (cit. Oxford).

    E questo comporta tutta una serie di conseguenze in termini di allocazione delle risorse...

    Si Maurizio.
    OK per le logiche diverse, ma se per esempio ho bisogno di far più sigari perché mi servono e non posso investire sugli impianti per fare una ulteriore linea di confezionamento, la logica è identica ad altri prodotti: aumento la produttività della mia linea, magari tagliando su taluni tempi tecnici e qui ... salta fuori la differenza, magari non voluta, ma di certo prevedibile e non semplice da individuare in prima battuta.
     
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    È un discorso complesso, troppo complesso da affrontare qui...
    Anche per questo motivo in tutti questi anni io non mi sono mai spinto a formulare teorie sui motivi per cui un determinato prodotto è migliorato o peggiorato, ma mi son sempre limitato a riscontrarlo...
    In fin dei conti, è poi quel che conta, almeno dal mio punto di vista.
    Se avessi partecipazioni aziendali da qualche parte sarebbe diverso...
    :lol:
     
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    CITAZIONE (Maurizio Capuano @ 31/7/2020, 14:27) 
    È un discorso complesso, troppo complesso da affrontare qui...
    Anche per questo motivo in tutti questi anni io non mi sono mai spinto a formulare teorie sui motivi per cui un determinato prodotto è migliorato o peggiorato, ma mi son sempre limitato a riscontrarlo...
    In fin dei conti, è poi quel che conta, almeno dal mio punto di vista.
    Se avessi partecipazioni aziendali da qualche parte sarebbe diverso...
    :lol:

    E fin qui ci siamo.

    Io per deformazione professionale queste domande me le faccio, ma per evitare di sfociare in teorie troppo ai limiti del complottismo, evito di dar fuoco a tali micce.

    Tornando ai sigari: io i classico ammezzati di adesso (fumato ieri dopo molto tempo) li trovo uguali ai classici interi di prima (ho ancora una ventina di scatole color carta da zucchero anno 2016 credo di classico intero).

    Te, li trovi peggiorati ? E se si, in che cosa?
     
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