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Io non lo so, magari qualche altro compagno ha avuto modo di farsi un'idea in base alle sue esperienze e mi piacerebbe conoscerla. Mi é venuta questa domanda dopo aver osservato che sulla pipa che sto esclusivamente fumando da un mese ormai, la formazione della crosta si sviluppa molto più lentamente che in tutte quelle che ho avuto finora. Siccome ho superato le 100 fumate e mi pare che ne farò molte altre ancora prima di mettere mano alla fresa e siccome mi pare dalla resa in fumata che sia eccellente, mi viene da pensare che la formazione della crosta sia indirettamente proporzionale alla qualità della radica. Che ne dite? . -
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Credo che le variabili in gioco siano davvero tante: tipo di tabacco, temperatura e umidità, dinamica delle forature, modalità di fumata, etc. . -
.Credo che le variabili in gioco siano davvero tante: tipo di tabacco, temperatura e umidità, dinamica delle forature, modalità di fumata, etc.
Nel mio caso il tabacco non é sicuramente una variabile in quanto fumo di tutto alternando questo e quello in tutte le pipe senza riferire determinate miscele a pipe specifiche. Credo invece che in qualche modo la formazione della crosta sia la cartina di tornasole per determinare la stagionatura della radica.. -
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Nei periodi in cui fumo maggiormente miscele con latakia mi si forma più crosta, a parità di pipa e, sempre a parità di pipa, d'estate mi si forma più crosta.
Il fatto che in tutte le mie pipe si formi crosta maggiormente su un lato del fornello mi fa pensare che la prima determinante sia la dinamica della fumata.
Credo che tutte le mie ppe, o comunque la stragrande maggioranza, abbia radia estremamente stagionata. In effetti questa è sicuramente una variabile importante, poiché di crosta ne fan ben poca; ripeto, di più quando fa caldo e quando fumo tabacchi con latakia.. -
.Credo che le variabili in gioco siano davvero tante: tipo di tabacco, temperatura e umidità, dinamica delle forature, modalità di fumata, etc.
Quoto...per me i virginia formano più crosta e anche più omogenea ma dipende dalla radica come anche dal modo di fumata.... -
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La pipa nuova a fornello non pretrattato si impregna degli elementi della combustione e diventa scura, non è crosta, questo è lo strato che non si toglie mai, poi si depositano i residui che formano la crosta vera e propria, da tenere non superiore ad uno, per certuni due, millimetri.
La crosta vera e propria dipende sostanzialmente dal tabacco, dalla sua lavorazione, componenti aggiunti, umidità, velocità della fumata ed accuratezza della pulizia a fine fumata. Anche delle condizioni atmosferiche, la stagionatura della radica penso proprio che non c'entri, poi, in fondo, l'importante è il sapore della fumata, che si formi più o meno crosta è una cosa di importanza limitata, si forma in ogni caso.
Se il fornello è tirato a specchio ci mette più tempo, ma è migliore il primo annerimento, quello permanente, però alcuni preferiscono i fornelli rifiniti a grana grossa, perché formano lo strato più velocemente.. -
Alessandro‚ Udine.
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Fumo da 50 anni. Posso dire che una buona pipa è buona subito. Penso che sia importante la carbonizzazione iniziale: se la radica non carbonizza si forma una crosta instabile che si stacca; non c'entra il fabbricante, dipende proprio dal legno e anche dalla stagionatura. Quando scelgo una pipa preferisco quelle leggere e secche.
Nella maggior parte dei casi non sono mai stato deluso da Dunhill e Castello (nelle Castello non mi piace il metacrilato che trovo duro e vetroso; preferisco l'ebanite ormai introvabile!)
E' chiaro che con il tempo e le fumate il sapore migliora. Però, una pipa che non è buona subito non sarà mai buona. Proprio ieri ho comprato a un ottimo prezzo un Peterson dritta (bulldog): leggera, non fa acquerugiola, brucia fino in fondo, sa ancora un po' di legno verso la fine della fumata, ma promette molto bene.. -
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Se una pipa è buona subito meglio, altrimenti può o non può diventarlo dopo, basta pensare alle vecchie Peterson.
Il fabbricante c'entra, eccome, sia per le sue capacità e perché la radica da usare la sceglie lui.
Di gente che usa l'ebanite ce n'è ancora moltissima, eccome, poi, come sempre, è una questione di gusti.. -
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Ciao a tutti riprendo questo argomento perché ho dei problemi con la crosta, in particolare con la formazione della crosta molle.
Sono all'estero e sono giorni che piove, quindi umidità a palla. Sono partito dall'Italia con pipe che avevano una crosta solidia e dedicate alle em, fumando sempre lo stesso tabacco 3 pipe, tre croste molli....
Cosa consigliate?
Ci fumo sopra oppure mi tocca pulire al rientro con alcool e rimuovere tutta la camicia?. -
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Ciao, quando mi è capitato l’ho ripulita con il curapipe ma facendo molta attenzione perché è metallo contro legno!
Con pazienza togli tutto quello che riesci e prosegui la pulizia con la carta scottex da cucina. Finito lasci riposare la pipa in un locale asciutto e areato. Dovrebbe bastare una settimana. -
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Mi sa che proverò il tuo suggerimento quando torno a casa, questa sera quarta fumata con la quarta pipa ed ennesima schifezza molle....deve essere il tempo, non mi spiego altrimenti.... . -
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La formazione di crosta morbida, come si evita? Io fumo certamente le pipe in modo che il fornello non si surriscaldi. Non accade mai. Ma spesso a fine fumata sento all'interno le pareti del fornello un po' attaccaticcie. E la cosa non scompare, se non solo un po', lasciando la pipa riposare anche per giorni. Cosa sbaglio? Fumo solo Virginia e EM. Qualche aromatico SG ma solo su un paio di pipe e sempre su quelle.
Naturalmente uso lo scotte alla fine per rimuoverla. Ma vorrei evitare si formasse e non so se dipende dalla fumata o da altro.. -
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Sai cosa sbagli? Sbagli a far caso a cagate del genere. Perché infili il dito nel fornello? Carica, fuma, pulisci e alla fine e sbattetene il cazzo di robe così... Son solo seghe mentali. . -
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Ah vabbè. Risposta chiara. 😂 Comunque attendo altre risposte, che magari qualcun altro si fa seghe mentali come me. 😉 . -
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Smetti, fa male alla salute segarsi su 'sta roba...
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